Ferrovia crucis

Sebbene ne nomini invano il nome con frequenza, il pendolare non crede nel Signore, essendo laicamente convinto che il male e il bene dei treni sui quali prega di arrivare in orario dipendono da un signore con la esse minuscola, l’acronimo AD fuori dalla porta dell’ufficio e il potere di firma senza limiti di spesa nella stilografica. Eppure, presumibilmente a causa della cultura cattolica e del pervasivo senso di colpa che intrappola la collettività con la quale trascorre il dopolavoro ferroviario, di tanto in tanto il pendolare avverte il bisogno masochistico di una crocifissione passiva, l’urgenza fisica di intraprendere un percorso doloroso. Quando quella (fine a se stessa, bisogna dirlo) molla dell’espiazione salvifica scatta, il pendolare, se non sceglie di comprare i biglietti per un concerto di Lou Reed, prende il regionale delle sei e quarantotto. Ad annunciargli la sofferenza è la voce dall’alto che gli parla e, con delicata discrezione e indubbio tatto, gli risparmia l’usuale e meccanica litania delle stazioni che lo attendono durante il cronologicamente lungo cammino. Fa prima, la voce, a dirgli dove il treno non si fermerà: a Capanelle, perché non sia che al pendolare venga il desiderio di abbandonare la croce che si è scelto e fuggire a cavallo. Ma quando attraversa il sottopassaggio per arrivare al vagone che diventerà la raffigurazione ambulante del martirio, il pendolare sa che non cadrà in tentazione: percorrerà la via della sofferenza senza esitazione fino a Termini, stazione dopo stazione.

  1. Prima stazione: Frosinone. Deriso dai colleghi che si accingono ad assalire il regionale precedente e a combattere per un sedile su un treno che partendo alle sei e quarantaquattro, cioè quattro minuti prima, arriverà alle sette e cinquantacinque, ovvero ventitré minuti prima, il pendolare avanza non curante verso la condanna: andrà a crocifiggersi, d’accordo, ma sicuro lo farà da seduto.
  2. Seconda stazione: Ferentino – Supino. Le sessantasei pagine di Repubblica lette tutte, qualche articolo approfondito anche un paio di volte, il pendolare alza gli occhi dal tabloid e si scopre fermo a Ferentino. Iniziano a fargli male le spalle.
  3. Terza stazione: Morolo. Il pendolare cade nel sonno per la prima volta.
  4. Quarta stazione: Sgurgola. Nel sonno, il pendolare sogna edipicamente la madre: l’utero come insuperato mezzo di trasporto quotidiano, la carrozza ristorante sempre aperta, la temperatura autoregolata, l’insonorizzazione perfetta. Un viaggio che ti viene da piangere quando finisce, non quando inizia.
  5. Quinta stazione: Anagni – Fiuggi. Prima del nono mese, il pendolare si sveglia e si ritrova confortato da nuovi compagni di viaggio con i quali condividere il peso dell’afflizione.
  6. Sesta stazione: Colleferro. In primavera, l’aria condizionata dei treni funziona a meraviglia. Ma è regolata sulle temperature invernali. Il pendolare, che effettua il cambio di stagione in una domenica piovosa di maggio, si asciuga la fronte imperlata di sudore.
  7. Settima stazione: Valmontone. Il pendolare cade nel sonno per la seconda volta.
  8. Ottava stazione: Labico. Il pendolare ammonisce le donne di Labico: non salite, guardatemi e pensate ai vostri figli. Comprategli una macchina o trasferiteli a Berlino.
  9. Nona stazione: Zagarolo. La palpebra cala ancora. Il pendolare, sudato, cade nel sonno per la terza volta.
  10. Decima stazione: Colonna Galleria. Il pendolare immagina di spogliarsi dei vestiti.
  11. Undicesima stazione: Colle Mattia. La periferia della periferia intorno, il pendolare realizza di essere inchiodato al suo destino.
  12. Dodicesima stazione: Tor Vergata. Il pendolare calcola la differenza tra sessantotto e trentadue. Quando il risultato del numero dei minuti necessari a percorrere la distanza da casello autostradale a casello autostradale sottratto al numero dei minuti necessari a percorrere la distanza da stazione ferroviaria a stazione ferroviaria corrispondente gli dà trentasei, il pendolare chiede di essere crocifisso ai tubi della piscina di Calatrava e poi immerso nella vasca, se mai sarà riempita d’acqua.
  13. Tredicesima stazione: Ciampino. Il pendolare fa per scendere. Gli fanno notare che non è ancora arrivato il momento, a meno che non voglia raggiungere il centro di Roma dirottando un volo Ryan Air.
  14. Quattordicesima stazione: Roma Termini. Il corpo del pendolare viene tumulato nelle grotte della metro B. Alla terza fermata, il pendolare risorgerà.