A meno che non si tratti degli orari, i treni dei pendolari sanno come precorrere i tempi. L’abolizione definitiva della prima e seconda classe sui convogli dell’alta velocità in favore dell’introduzione delle fasce, ispirate ai pacchetti Sky, deve infatti il suo concepimento originario al periodo di sperimentazione condotto da anni sulle tratte regionali. Gli strateghi del marketing di Trenitalia, sulla scorta di benchmark a trecentosessanta gradi (utile, se non decisivo, è stato un report sull’industria del porno, dove si evidenziava che il grado di soddisfazione del cliente è tanto più elevato quanto più ridotto è il corredo al core business, per cui si genera un rapporto proporzionalmente e virtuosamente inverso, oltre che sessualmente sicuro, tra la propensione del cliente all’acquisto del servizio e l’aumento dei costi per l’azienda), si sono chiesti, compiaciuti delle loro qualità retoriche e del loro potenziale contributo alla coesione del Paese: perché mantenere una fastidiosa distinzione, che evoca peraltro una discriminazione sociale tanto più pericolosa in un momento di forte disgregazione morale della Nazione, un momento che richiama tutti i cittadini, nessuno escluso, nemmeno noi strateghi del marketing, a uno sforzo unitario e civile, perché mantenere le classi, quando possiamo assicurare al Cliente, che per noi è il ‘Cliente’, senza distinzioni di sesso, età, estrazione culturale, razza, distinzioni che ovviamente ci auguriamo che non influiscano sulle sue capacità di spesa, perché mantenere le classi quando possiamo assicurare a tutti, nessuno escluso, lo stesso fetido e infimo servizio, riverniciato giusto con qualche pennellata linguistica anglosassone che sublima tanta tanta efficienza?
La risposta è stata la creazione di quattro fasce di abbonamento per i pendolari, oltre a una serie di agevolazioni all’acquisto e promozioni speciali. A proposito dell’acquisito, il pendolare potrà evitare di recarsi in stazione e intrattenersi con il bigliettaio che amabilmente, per farla rientrare nello spazio angusto della carta magnetica, gli ritaglierà la foto formato tessera che lo ritrae in espressione catatonicamente attonita risalente a cinque anni prima, e potrà, anzi sarà incentivato a, dirigersi verso il più vicino ufficio delle Poste, dove, dopo aver ritirato il numeretto per i servizi non postali, dovrà avvicinarsi al reparto vendita libri e acquistare uno dei volumi in offerta della collana “Sangue sangue sangue e pozze e pozze di sangue ancora” di Jeffery Deaver, all’interno del quale troverà un codice promozionale di Trenitalia la cui presentazione al bigliettaio della propria stazione darà diritto al due per cento di sconto sul costo totale dell’abbonamento. Ricordarsi la foto formato tessera, preferibilmente già ritagliata, a meno che non abbiate tempo da perdere.
Le quattro fasce di abbonamento, invece, si articoleranno così:
- No frills (no chair). La prima fascia, il cui nome solo i più maliziosi potrebbero accostare al clooneyano ‘no Martini, no party’, mantiene il pendolare sugli standard ai quali è assuefatto. Qui, l’azienda sembra volergli dire, non senza garbo e mancanza di rispetto: per quello che ci paghi e ne viene in tasca a noi da questa fascia, vieni, sali sul treno, se trovi un posto a sedere per terra, bene, altrimenti bene lo stesso, viaggia, zitto, senza importunarmi il capotreno che ha lui tanti problemi nel tenere in salvo il suo, di posto di lavoro, ed è già tanto se ti portiamo alla stazione di arrivo con un ritardo entro i trenta minuti.
- Premium. Chi sottoscriverà l’abbonamento premium avrà diritto all’utilizzo della toilette per ogni evenienza. I bagni saranno disponibili soltanto su due dei vagoni del convoglio. Grazie a una donazione Condé Nast, al posto della carta igienica il pendolare potrà usare la collezione 2009 di Vanity Fair. Fare giusto attenzione alla carta della copertina, sadicamente patinata, e alle pagine con gli haiku del ministro Bondi, anche se quest’ultime sono in effetti perfette per la destinazione d’uso.
- Business. La fascia per il pendolare che lavora senza fermarsi mai prevede un vagone con due prese elettriche per sedile, una per alimentare l’iPad e una per alimentare il portatile: grazie ai tempi biblici di percorrenza della tratta, sia l’uno che l’altro arriveranno al cento per cento una volta finito il viaggio, in modo che al ritorno il pendolare business possa vedersi il suo bel film scaricato da eMule. Nella fascia è compreso un welcome dal capotreno, che per contratto sarà obbligato a salutare con educazione i pendolari della fascia uno a uno.
- Executive. Il vagone executive sarà un ufficio viaggiante: finalmente il pendolare disporrà di un tavolino, fornito dal Bar Sport di Sgurgola, per giocare a carte con i suoi compagni di viaggio e di una calcolatrice degli anni settanta per certificare i debiti di gioco. Abbonandosi alla fascia, soprattutto, il pendolare disporrà di una hostess personale che lo assisterà per tutta la durata del viaggio: Ruby Rubamazzo Strangolagalli. Ruby Rubamazzo è la prima selezionata da Trenitalia per una figura professionale che vuole comunicare tutta la profondità e l’orizzontalità del potere esecutivo nella più attuale rappresentazione nazionale: i suoi talenti, senza considerare la naturale femminilità navratiloviana incastonata in un corpo degno di Caster Semenya, spaziano dalla capacità impeccabile di chiusura senza pieghe di Tuttosport all’ascolto impassibile di bestemmie maschili, fino alla manipolazione digitale dell’iPhone del pendolare executive.